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dal 1930
La storia di Amaro Alpino
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La storia di Amaro Alpino

dal 1930, la storia di Amaro Alpino


Amaro alpino

Assaggia la storia


La storia di Amaro Alpino è strettamente legata a quella del fondatore della Distilleria Alpina: Agostino Pontillo.
Nato nel 1894 a Camastra, in Sicilia, è sin dall’infanzia caratterizzato dalla sua innata voglia di fare e di apprendere.
Prosegue il proprio percorso dopo la scuola dell’obbligo a Roma, dove si diploma in ragioneria e poi prosegue gli studi universitari presso la facoltà di Economia e Commercio. Gli studi sono interrotti nel 1915 dalla Prima Guerra Mondiale.
In questa difficile fase storica, sul fronte dell’Altopiano di Asiago, Pontillo ha l’occasione per la prima volta di conoscere il famoso mondo alpino. In un momento fra i più bui del XX secolo, proiettato in una realtà tanto diversa e distante dalla sua terra d’origine, Agostino è profondamente colpito dalla magnificenza delle Alpi.
La rigogliosa flora Alpina, gli scorci incantati, gli spazi incontaminati, i pericoli della montagna e la gratificazione delle scalate resteranno impresse nella memoria del giovane siciliano.


1923: gottardi & pontillo

Città di Trento


È il 1923 quando Agostino Pontillo, invitato da alcuni suoi amici d’infanzia, raggiunge per la prima volta la città di Trento e decide di trasferirsi.
A metà degli Anni ’20 fonda la “Gottardi & Pontillo”, incentrata sulla produzione di liquori. Dopo qualche anno il socio (Gottardi) decide di partire per l’America alla volta del “sogno americano”.
Agostino decide quindi di proseguire autonomamente con la propria passione, e nel 1929 ha la sua più grande intuizione: unire l’esperienza Siciliana nella produzione degli amari con l’unicità di alcune delle principali erbe officinali alpine.


1930

Nasce Amaro Alpino


Nasce così un amaro innovativo, originale per sapore e consistenza. Un amaro che può essere considerato un connubio perfetto fra due mondi, la sua originaria Sicilia e le sue amate Alpi.
Nel 1930 fonda la Distilleria Alpina e deposita il nome Amaro Alpino presso la camera di commercio di Trento.
Negli anni ’60 il Boom economico rafforza l’espansione e la fama sul territorio nazionale dell’Amaro, posizionandosi rinomatamente in bar, ristoranti e hotel di tutto il Paese. Il particolare packaging rende il prodotto unico nel suo genere.

In foto: Il primo Presidente del Consiglio Italiano Alcide De Gasperi visita la Distilleria Alpina e degusta Amaro Alpino con il fondatore e i dipendenti dell’azienda. Un momento indimenticabile, un gesto che pone Amaro Alpino fra i più grandi marchi che hanno rappresentato la ricrescita economica italiana del dopo guerra.


Anni ’50

Botte e packaging


Fino al termine degli Anni Cinquanta la botticella in rovere da 12 litri è solitamente appoggiata sul banco del bar e l’Amaro viene spillato direttamente dalla botte nel bicchiere. Segno distintivo della Distilleria Alpina e del suo prodotto di punta, l’importanza del packaging spinge a registrarne la forma.
Originalità del sapore e aspetto distintivo attirano attenzione e curiosità del consumatore, permettendo di ottenere un grande successo.
L’abbandono della botte in legno è dovuto a diversi fattori: una nuova legislazione sul confezionamento degli alcolici e la necessità di spazio da parte dei bar (che ritenevano la botte da 12 litri troppo ingombrante) portano la Distilleria Alpina a dover cambiare rotta e ad accantonare l’inconfondibile botticella.
Un’ardua impresa per la Distilleria Alpina: abbandonare il proprio simbolo distintivo, riconoscibile dal consumatore su tutto il territorio nazionale. La maggior preoccupazione del dottor Pontillo è di riuscire a dare continuità all’immagine del prodotto.
Il successo legato all’introduzione della nuova botticella in ceramica consente in breve tempo di sviluppare e di inserire nel mercato molteplici altri prodotti arrivando ad avere in commercio ben più di 50 etichette alla fine degli anni ’60.
La morte del fondatore, avvenuta nel ’76, conduce ad un forte ridimensionamento aziendale che però non intacca l’Amaro Alpino, che forte della sua immagine e della sua unicità riesce a resistere fino ai giorni nostri su tutto il territorio nazionale.


oggi

Fratelli Sembenotti


È il 2020 quando i fratelli Sembenotti di Trento rilevano dalla famiglia Pontillo la Distilleria Alpina.
Nuova linfa per un marchio in attesa di rinnovamento, pronto a riprendere il proprio posto nella Tradizione Italiana.
Con grande attenzione alla storia di Amaro Alpino, si procede a uno svecchiamento dell’etichetta, aggiungendo un tocco contemporaneo ai tratti futuristi.
Si prepara il ritorno della tradizionale botticella in ceramica.

Apri e leggi i momenti più importanti della storia di Amaro Alpino:

AMARO ALPINO
Assaggia la storia

La storia di Amaro Alpino è strettamente legata a quella del fondatore della Distilleria Alpina: Agostino Pontillo.
Nato nel 1894 a Camastra, in Sicilia, è sin dall’infanzia caratterizzato dalla sua innata voglia di fare e di apprendere.
Prosegue il proprio percorso dopo la scuola dell’obbligo a Roma, dove si diploma in ragioneria e poi prosegue gli studi universitari presso la facoltà di Economia e Commercio. Gli studi sono interrotti nel 1915 dalla Prima Guerra Mondiale.
In questa difficile fase storica, sul fronte dell’Altopiano di Asiago, Pontillo ha l’occasione per la prima volta di conoscere il famoso mondo alpino. In un momento fra i più bui del XX secolo, proiettato in una realtà tanto diversa e distante dalla sua terra d’origine, Agostino è profondamente colpito dalla magnificenza delle Alpi.
La rigogliosa flora Alpina, gli scorci incantati, gli spazi incontaminati, i pericoli della montagna e la gratificazione delle scalate resteranno impresse nella memoria del giovane siciliano.

1923: GOTTARDI & PONTILLO
Città di Trento

È il 1923 quando Agostino Pontillo, invitato da alcuni suoi amici d’infanzia, raggiunge per la prima volta la città di Trento e decide di trasferirsi.
A metà degli Anni ’20 fonda la “Gottardi & Pontillo”, incentrata sulla produzione di liquori. Dopo qualche anno il socio (Gottardi) decide di partire per l’America alla volta del “sogno americano”.
Agostino decide quindi di proseguire autonomamente con la propria passione, e nel 1929 ha la sua più grande intuizione: unire l’esperienza Siciliana nella produzione degli amari con l’unicità di alcune delle principali erbe officinali alpine.

1930
Nasce Amaro Alpino

Nasce così un amaro innovativo, originale per sapore e consistenza. Un amaro che può essere considerato un connubio perfetto fra due mondi, la sua originaria Sicilia e le sue amate Alpi.
Nel 1930 fonda la Distilleria Alpina e deposita il nome Amaro Alpino presso la camera di commercio di Trento.
Negli anni ’60 il Boom economico rafforza l’espansione e la fama sul territorio nazionale dell’Amaro, posizionandosi rinomatamente in bar, ristoranti e hotel di tutto il Paese. Il particolare packaging rende il prodotto unico nel suo genere.
In foto: Il primo Presidente del Consiglio Italiano Alcide De Gasperi visita la Distilleria Alpina e degusta Amaro Alpino con il fondatore e i dipendenti dell’azienda. Un momento indimenticabile, un gesto che pone Amaro Alpino fra i più grandi marchi che hanno rappresentato la ricrescita economica italiana del dopo guerra.




Anni ’50
Botte e packaging

Fino al termine degli Anni Cinquanta la botticella in rovere da 12 litri è solitamente appoggiata sul banco del bar e l’Amaro viene spillato direttamente dalla botte nel bicchiere. Segno distintivo della Distilleria Alpina e del suo prodotto di punta, l’importanza del packaging spinge a registrarne la forma.
Originalità del sapore e aspetto distintivo attirano attenzione e curiosità del consumatore, permettendo di ottenere un grande successo.
L’abbandono della botte in legno è dovuto a diversi fattori: una nuova legislazione sul confezionamento degli alcolici e la necessità di spazio da parte dei bar (che ritenevano la botte da 12 litri troppo ingombrante) portano la Distilleria Alpina a dover cambiare rotta e ad accantonare l’inconfondibile botticella.
Un’ardua impresa per la Distilleria Alpina: abbandonare il proprio simbolo distintivo, riconoscibile dal consumatore su tutto il territorio nazionale. La maggior preoccupazione del dottor Pontillo è di riuscire a dare continuità all’immagine del prodotto.
Il successo legato all’introduzione della nuova botticella in ceramica consente in breve tempo di sviluppare e di inserire nel mercato molteplici altri prodotti arrivando ad avere in commercio ben più di 50 etichette alla fine degli anni ’60.
La morte del fondatore, avvenuta nel ’76, conduce ad un forte ridimensionamento aziendale che però non intacca l’Amaro Alpino, che forte della sua immagine e della sua unicità riesce a resistere fino ai giorni nostri su tutto il territorio nazionale.

Oggi
Fratelli Sembenotti

È il 2020 quando i fratelli Sembenotti di Trento rilevano dalla famiglia Pontillo la Distilleria Alpina.
Nuova linfa per un marchio in attesa di rinnovamento, pronto a riprendere il proprio posto nella Tradizione Italiana.
Con grande attenzione alla storia di Amaro Alpino, si procede a uno svecchiamento dell’etichetta, aggiungendo un tocco contemporaneo ai tratti futuristi.
Si prepara il ritorno della tradizionale botticella in ceramica.


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